Ci furono un tempo due sorelle rondini volenterose di aiutare il mondo: la prima partì presto dal nido, la seconda non lo fece. Quale delle due si scoprì più soddisfatta?
L’annuncio
In un bel giorno fiero del suo cielo terso, una rondine mirava lontano l’orizzonte dall’esile ramoscello che la sosteneva. S’accorse tutt’a un tratto di essere alquanto impaziente di spiccare il volo e così si avvicinò alla sorella ed alla mamma rondine cinguettando con foga: «Voglio aiutare animali tristi e soli, voglio essere utile!»
Al sentir pronunciare quelle parole, la sorella rondine, più introversa e pacata, annuì concorde: «Anche io vorrei essere utile!»
All’ascoltare le figlie, mamma rondine disse solo questo: «Non vi obbligherò a fare quanto non desideriate.» Poi spiccò il volo, anticipando il suo giretto quotidiano. Alla rondine introversa parve di scorgere una lacrima sul dolce becco della madre.
Il volo
Alcuni giorni più tardi, al termine dei preparativi per il viaggio, la rondinella estroversa non stava più nelle sue piume per quant’era entusiasta. Cinguettava di continuo «Sarò utile, sarò utile!» La sorella introversa e mamma rondine sopportarono con pazienza il vociare eccitato.
Giunto il momento della partenza, e superati i convenevoli, la rondinella spiccò il volo finché non scomparve dalla vista.
Ci vollero alcune giornate per smaltire l’adrenalina. Una mattinata nuvolosa, dall’alto ramo di un Platano, notò un fringuello cascato dal nido. Si avvicinò: il piccolo era un poco tramortito ma non sembrava lamentare particolari dolori. Cercò allora il suo nido ma scoprì essere vuoto. Attese affianco al pulcino per molto tempo: nessuno venne a reclamarlo. La rondinella quindi adottò il fringuello per alcune settimane, aiutandolo a nutrirsi e insegnandogli a volare. Quando il piccolo si disse autosufficiente, la ringraziò con gratitudine e volò via.
La rondinella partì nuovamente. Era fiera di esser stata utile. Per un momento percepì una lieve sensazione di mancamento, ma durò poco e non ci badò più. Giorni più tardi, la rondinella cinguettava piacevolmente dal centro di una folta chioma di Quercia, quando si accorse di una presenza sospetta e fuori luogo. Individuò movimenti irregolari a poca distanza, nel fogliame folto, senza notare nulla. D’un tratto si udì un miagolio sconsolato e così la rondinella comprese: si trattava di un gatto rimasto bloccato sull’albero. Buffo. Aveva sentito storie simili ma era la prima volta che gli capitava di vederlo coi suoi occhi. Un poco impaurita per l’inattesa compagnia, si avvicinò, lenta e guardinga. Individuato l’animale, spalancò il becco e gli morsicò la coda: il risultato fu quello sperato perché il gatto saltò giù dall’albero, atterrando perfettamente in piedi, e corse via rapido con il pelo ritto dallo spavento. La rondinella ancora una volta si sentì felice eppure qualcosa continuava a sfuggirle… Non ci pensò e ripartì.
Negli anni che seguirono, la rondinella non ebbe mai stabile dimora. Ogniqualvolta le capitava di incontrare un animale in difficoltà, gli prestava aiuto per poi proseguire verso una nuova meta, sempre più distante. Alle volte riceveva ringraziamenti e gratitudine, altre veniva totalmente ignorata. Col tempo la rondinella si era riempita di orgoglio e con quello stesso orgoglio soffocava una sensazione di sconforto che non riusciva a comprendere. Un giorno decise di intraprendere il lungo viaggio di ritorno verso casa per raccontare tutte le sue avventure: ‘Saranno fiere di me!’
Il ritorno
Dopo lente giornate trascorse in volo, raggiunse il suo nido e vi trovò la sorella indaffarata. «Sono tornata sorella cara, ho così tanto da raccontarvi! Attenderò il ritorno di mamma.»
La sorella rondine scoppiò in lacrime. «Mamma ha preso il volo dal quale non si torna» cinguettò con una tristezza così profonda. Un macigno, da lungo tempo in bilico, crollò sul petto della rondine. Mai provato un dolore tanto grande!
Nei giorni seguenti rimase accanto alla sorella per fornirle un po’ di appoggiò. Mamma rondine aveva avuto bisogno di assistenza durante le sue ultime settimane e la sorella non aveva mancato di supportarla, seppur diceva di pentirsi molto per aver perso la pazienza in alcune occasioni. Quando raccolsero entrambe le forze, la rondinella estroversa raccontò dei suoi viaggi alla sorella, la quale ne rimase entusiasta.
Ciascuna di loro cominciò a sentirsi sconsolata perché le pareva che l’altra fosse stata più d’aiuto, più utile.
«Non ho mai abbandonato il nido» cominciò una «e non ho fatto poi molto nella mia vita fino ad ora, ma tu hai viaggiato e conosciuto tanti animali diversi, sei stata così utile!»
«Ne ho conosciuti tanti sì, ma sono stata utile troppo lontano da casa, qui invece proprio per nulla!»
«Ovunque c’è bisogno di aiuto mia cara» tentò la sorella per confortarla.
«Ovunque e in qualunque momento, e io non potrò mai volare da un punto all’altro per soddisfare tutte le esigenze, che tristezza!»
La lezione
Le rondinelle per tutta la vita sentirono come propri i dolori e le ingiustizie patiti dagli altri animali. La rincorsa forsennata della prima rondinella le aveva insegnato a non ignorare i bisogni dei suoi cari più prossimi. La permanenza nel nido della seconda rondinella le suggerì quanto dure risultassero essere anche le sfide più semplici.
Tutte le faccende sono complesse ed intricate da sbrogliare. E tutte quante sono meritevoli di attenzione. Se si desidera fare del bene, può essere sufficiente guardare ad un metro dal proprio becco.