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La plastica si ricicla davvero con facilità? Tutta la plastica prodotta viene riutilizzata? Com’è che ciascuno di noi dovrebbe comportarsi?

La plastica si ricicla poco ed il processo non è raccontato con trasparenza

Ad oggi, una percentuale troppo bassa della plastica prodotta è stata riciclata. Ho scelto volutamente di non indicare una percentuale specifica perché vari tra gli enti accreditati riportano numeri contrastanti. Ci basti sapere che la cifra oscilla tra il 10 ed il 20% all’incirca. Troppo bassa.

…Come mai tutto questo?

Il fenomeno è spiegato dalla seguente ragione: la plastica, affinché assuma la forma di varie confezioni ed imballaggi di differente struttura e rigidità, subisce diverse procedure chimiche. Ciò vuol dire che una plastica non è uguale ad un’altra.

Pensate: ciascun tipo di involucro andrebbe riciclato separatamente!

È giusto inoltre sapere che i sacchetti di plastica non vengono riciclati in quanto inceppano i macchinari.

Quanto vive la plastica?

La plastica impiega duecento anni per degradarsi.

I pronipoti del futuro sfioreranno i rifiuti da noi impunemente gettati. Avranno molto da ridire sulla sfacciata noncuranza dei loro bisnonni… Questo in uno scenario ottimistico che non li veda già soffocati dalle micro-plastiche.

Micro-plastiche? Cioè?

Le micro-plastiche sono delle particelle quasi equiparabili a minuscoli granelli di sabbia. Immaginiamola quella distesa di spiaggia plastica che sfrega impertinente la pelle. Personalmente, sono appena stata scossa da un brivido.  

Questi frammenti derivano da rifiuti plastici non riciclabili e per questo dispersi nell’ambiente.

Gli studi a riguardo sono appena al principio, non esiste ad oggi un metodo standardizzato che permetta di intercettarle con facilità.

Le micro-plastiche si disperdono con facilità nell’acqua, quello stesso elemento che compone il 75% del corpo umano. L’apocalisse degli ominidi plastici.

Le micro-plastiche:

    –    rilasciano diossine, ossia composti estremamente tossici e cancerogeni;

    –    sono state associate ad alcuni ceppi del batterio Escherichia coli, causa di infezioni nel tratto urinario e digestivo (giusto lì dove risiede il nostro secondo cervello…); le micro-plastiche infatti si sono rivelate un ottimo “mezzo di trasporto” per svariati batteri!

    –    contaminano considerevolmente il pesce che ingeriamo; uno studio è stato condotto sulla crudele presenza di tali frammenti nelle cozze.

La plastica è business!

La plastica è un business, tra i più impattanti a livello globale: le discariche vendono i rifiuti plastici! 

A proposito di questo, suggerisco un progetto interessante lanciato da un giovane olandese che insegna gratuitamente come riciclare la plastica a casa propria e trasformarla in nuovi oggetti. Si potrebbe giustamente additare un’idea del genere come poco attraente ed in effetti io per prima non vorrei addobbare casa con ulteriori oggetti plastici. Anzi: sogno un’utopia in cui la plastica venga totalmente debellata, sconfitta ed eliminata da qualsiasi processo produttivo. Il problema però è che esiste e bisogna farci i conti.

Si può pensare allora, per esempio, di ideare una collaborazione con associazioni di volontariato che, chi può dirlo, magari necessiterebbero pure di qualche oggetto d’arredo. È un suggerimento da valutare. Lo lascio qui a libera disposizione di chi vorrà. Clicca per saperne di più!

Messaggi in codice

Per riconoscere il tipo di plastica, bisogna ricercare sull’etichetta dell’imballo il codice specifico (numerico oppure letterale), come l’immagine di seguito riportata.

plastic code

Gli unici codici per i quali esiste mercato riguardano la plastica di tipo:

    –    1 o PET/PETE (molto diffusa, considerata piuttosto tossica);

    –    2 o HDP/HDPE che si dice sia la migliore composizione per le bottiglie di plastica perché meno tossica rispetto a quella di tipo 1;

    –    5 o PP utilizzata per oggettistica varia.

La plastica si ricicla…? Per concludere: un consiglio. Ed un paio di info.

Se siete ambiziosi abbastanza (e desiderosi di investire anche del denaro in questo) potete ricercare delle società che gestiscono la distribuzione a domicilio di acqua potabile in fiasche di vetro. Tutt’altro rispetto a quel retrogusto d’acqua plastificata a cui siamo abituati…

Ricordate: il vetro può essere riciclato all’infinito! Lo stesso non vale per la plastica, la quale già dopo il primo riciclo perde parecchio in resistenza.

Sapevate infine che la plastica fusa per creare le bottiglie d’acqua è raffreddata con l’acqua stessa che ci viene versata all’interno?

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