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PARTE PRIMA

È esistito, esiste, ed esisterà fino alla Fine dei Tempi un poderoso Tiranno.

Il Tiranno per sopravvivere si nutre di risate beffarde, crudeli e orripilanti.

Affinché le sue risate vengano alimentate, il Tiranno occupa il tempo burlandosi dei suoi sudditi, facendo loro dispetti, condannandoli alle sue malefatte.

Il Tiranno brama potere. Si impone con fare autoritario. 

Il Tiranno esplode di massa, nutrita ogni giorno dagli alimenti più sostanziosi.

Il Tiranno non parla. Grida. Usa termini sgrammaticati. Sputacchia. Ride. Infiamma e fulmina col suo sguardo gelido.

Il Tiranno proviene dai bassifondi ma esiste circondato da agi. Sa come fare per raggiungere la vetta. Calpesta i corpi innocenti di chi ci ha provato prima. Se vi sono sopravvissuti strascicanti ai suoi fianchi, tende loro delle trappole, li spinge giù dai dirupi.

La strategia

Il Tiranno sceglie scrupolosamente alleati e vittime. Analizza i comportamenti, categorizza le persone. Ai suoi occhi, vi sono quattro tipi di individui con i quali confrontarsi. 

La categoria ambita raccoglie i Ricchi e Potenti. Il suo obiettivo è ingraziarseli e per farlo ha bisogno del secondo gruppo: i Sudditi.

I Sudditi sono il Suo sostentamento. In questi risiede la chiave per raggiungere i Ricchi e Potenti.

La terza classe unisce gli Inutili: personaggi del tutto privi di scopo, di ragione di esistere, dato che al Tiranno stesso non apportano alcun beneficio. Gli eliminerebbe tutti. Non ha i pieni poteri per farlo però e allora cerca di infilarli tra i Sudditi.

L’ultimo rango identifica i Nemici. Ed è con questi che sfoggerà la brutalità più spietata. Chi sono i Nemici? I Nemici sono ex Sudditi, in ribellione contro l’Oppressore.

I Sudditi

I Sudditi sopravvivono affianco al Tiranno in costante allarme. Tra i Sudditi si annoverano persone tendenzialmente di medio rango, non così ricche e potenti da rientrare tra la categoria eccelsa, ma neppure di un ceto talmente ignorato da esser considerati Inutili

Nei Sudditi troviamo persone mediamente istruite. Una grande maggioranza conta comunque individui poco al di sopra della soglia critica di alfabetizzazione, ma vi sono pure eccezioni in possesso di titoli prestigiosi. È quindi possibile, tra i Sudditi, incontrare persone aggraziate e colte, che però vengono immancabilmente oscurate dal grande gregge costituito da tutti gli altri. Su questi precisi individui il Tiranno mantiene occhio ancor più vigile perché si tratta proprio di coloro che da Sudditi possono trasformarsi in Nemici

Questo pericoloso passaggio può avvenire pure per una Ribellione Inconsapevole. Ed è questo ciò che accadde ad Anna, sulla quale torneremo a breve. Ma in cosa consiste una Ribellione Inconsapevole? Come avviene? Questo tipo di insurrezione si sviluppa nel corso del tempo da piccoli indizi che il Suddito lascia involontariamente sfuggire. Può trattarsi di una parola di troppo o una di meno. Può trattarsi di una determinata azione. Può trattarsi pure di un semplice sguardo; un espressione eloquente; un cipiglio; una serrata di labbra. Segnali sfuggevoli di contrarietà. Di desiderio di una realtà diversa, non succube.

Una Ribellione Inconsapevole è pericolosa quanto una Ribellione Pianificata.

La Ribellione

Durante la lunga ascesa del Tiranno, ci si augura di non essere nel suo campo visivo. Il grande piano del Tiranno (un piano rude, sconnesso, primitivo eppure… efficace) registra dati a raffica. Nomi e indirizzi di residenza; averi posseduti, specificatamente catalogati; nuclei familiari; principali occupazioni e tempi di svolgimento. E ancora: anamnesi clinica; relazioni interpersonali; conoscenze; simpatie. Tutte informazioni preziose ed essenziali al raggiungimento del grande scopo.

Nell’arco della quotidianità lavorativa, sociale e familiare, il Tiranno sentenzia imposizioni ed ordini ai Sudditi e registra per filo e per segno lo sviluppo delle loro azioni e dei loro comportamenti. Eseguono oppure no? Protestano oppure no? Sorridono oppure no? A seconda delle azioni intraprese, il Tiranno mette a punto i comandi successivi. 

Parliamo ora di Anna. Anna è una Suddita. Anna partecipa alla vita lavorativa del Tiranno. Anna si ritrova pure ad abitare nelle vicinanze prossime del Tiranno. Anna è tra quei Sudditi in possesso di un Titolo tra i più alti gradi di istruzione. Nel suo circolo ristretto è una delle poche. E desta invidia. Alle volte se ne rende pure conto. Però non ha prove per dimostrarlo. 

La Ribellione non partì da Anna però. Furono i suoi colleghi a gettarne le fondamenta e ad issare le colonne portanti. Anna, al contrario, intercettò subito il pericolo di quanto stava avvenendo. Calcolò con rapidità la probabilità di successo e comprese presto che, con i loro mezzi, era del tutto inesistente. 

Accadde però un giorno che Anna si ritrovò ad essere furibonda, al pari dei suoi colleghi. Ad una delle riunioni periodiche molti sbottarono contro il Tiranno e ad Anna sfuggì un fatidico cenno di adesione. 

Decretò quel giorno la sua sentenza. 

Senza avere idea precisa dei metodi del Tiranno, ne intuì i piani e comprese presto che da Suddita era diventata Nemica. Non aveva certo idea dell’esistenza di tali categorie, ma non serviva saperlo per capire di essere finita in trappola…

PARTE SECONDA

Misfatti in serie

Un giorno come un altro Anna salì sul suo calesse. Tutto quanto sto per descrivere, avvenne nell’arco di una manciata di secondi. Poco dopo esser partita, la carrozzella prese a vibrare pericolosamente e dopo alcuni metri l’oscillazione era talmente forte che si ritrovò a gambe all’aria, eppure in qualche maniera era riuscita ad arrestarne la corsa. Scesa cautamente dalla vettura, vi fece un rapido giro tutt’attorno, e notò abbastanza rapidamente le grosse viti che fissavano le ruote, drasticamente allentate. 

Inoltre, pure i raggi delle ruote sembravano esser stati in qualche maniera danneggiati, forse con un coltellino. Sta di fatto che non poteva muoversi. Anna era proprietaria di una dimora dignitosa, non molto grande ed infatti il suo calesse stava usualmente armeggiato al di sotto di una tettoia non recintata, esposta perciò al dominio pubblico.

Qualche scalmanato si era burlato di lei. Il tempo stringeva e così contattò immediatamente il falegname di fiducia affinché riparasse il danno. Le costò abbastanza caro perché una ruota era pure inclinata pericolosamente. Pagò indignata la somma dovuta.

Un altro giorno come un altro, Anna salì sul suo calesse e la scena appena descritta, da capo a coda, si ripeté.

Un altro giorno come un altro ancora, Anna non dovette neppure salire sul calesse per scoprire la scelleratezza. Quest’altra volta si ritrovò costretta a sostituire ben due ruote. Sì, pure se nuove.

Da un fatto all’altro non erano trascorse che poche settimane. Già alla seconda volta era certa del colpevole ma questo non semplificava le cose, proprio no: come denunciare il Tiranno stesso? A chi?

L’invito

Così Anna si ritrovò costretta al suo silenzio. Succube, forzatamente obbligata a fingere di non nutrire alcun sospetto, come se fosse solo una vittima temporanea delle bravate di un gruppo di ragazzini. 

Trascorsero i mesi. Nel frattempo Anna dovette pure investire tempo e denaro in una recinzione che impedisse intrusioni indesiderate.

Intanto a lavoro le tensioni non mancavano. Il Tiranno acquisiva potere agli occhi dei superiori, tramutandosi via via in un personaggio fondamentale al raggiungimento del successo. Questo era ciò di cui stolti Ricchi e Potenti si stavano convincendo perché, dopotutto, un soggetto autoritario e senza scrupoli come il Tiranno a loro risultava parecchio utile.

Anna si impegnò vivamente a mantenersi quanto più taciturna e indifferente alle questioni ostiche. 

Nessuno che cogliesse il suo disagio. Nessuno che comprendesse gli abusi in corso. Quanta brama di potere leggeva negli occhi infiammati, glaciali dell’Oppressore… Quante risate grasse e profonde e crudeli gli sentiva esplodere dalle fauci.

Seguirono l’estate e l’autunno ed infine giunse l’inverno. Durante una giornata fredda e buia, Anna ricevette una convocazione inattesa: il Tiranno la invitava a bere un caffè. Nella Sua dimora. Doveva parlarle di una questione.

Accettò. Non aveva scelta.

PARTE TERZA

La Tana

Anna aveva una cara amica e ad ella ed ella solamente aveva confidato i suoi crucci. Quest’ultima, udita la notizia dell’invito, si offrì di scortare Anna all’appuntamento e pure di attendere che si concludesse l’incontro. 

“Mi autoinvito, sì”

Arrivò il giorno senza mancare di una certa tensione. 

Il piano del Tiranno ad Anna era già noto ed infatti le sue congetture si rivelarono corrette.

Il Tiranno pretendeva da Anna un sostegno ravvicinato nelle sue faccende. Era chiaro: nella sua scalata era necessario un “braccio destro”, un Suddito prostrato che eseguisse ciascun ordine a comando.

Ma perché questo nuovo bisogno del Tiranno? Perché non prima di quel momento? E perché si rivolgeva proprio ad Anna?

Si dava il caso che il Tiranno avesse ricevuto un’ambita promozione. Per soddisfare però le crescenti esigenze dei Ricchi e Potenti, gli erano indispensabili le competenze di Anna. Inoltre, Anna viveva pure nelle vicinanze, quindi l’Oppressore poteva idealmente monopolizzare tutto il suo tempo.

Ed ancora: il Tiranno costringeva ora la Suddita ad una scelta essenziale e la sua adesione avrebbe sentenziato il suo futuro. Ed infine: il Tiranno (magnanimo!) offriva ad Anna l’unica chance di non convertirsi nella Nemica che stava diventando.

Anna però, con coraggio, avendo appunto intuito le intenzioni, già scuoteva la testa, negando la disponibilità.

Il Tiranno rimase interdetto. Rise. “E perché mai non puoi?”

Anna si concedette di osservare il circondario, di sottecchi. La dimora del Tiranno era ornata di numerosi mobili di fattura squisita i quali però straboccavano di cianfrusaglie accatastate a casaccio, senza che alcuna superficie ve ne rimanesse sprovvista. Si poteva dire che il Tiranno possedesse di tutto e di tutto troppo. Era già buio fuori, l’illuminazione era fioca e quindi la polvere non luccicava eppure aleggiava nell’aria, invisibile.

In quella casa si potevano cogliere decine di presenze. Eppure, il Tiranno viveva solo, di questo Anna era cosciente. La sensazione però non scemò minimamente. Era forse l’abbondanza di oggettistica e la mancanza di spazio a dare quella falsa impressione? Come se, nascosti negli angoli bui, ci fossero davvero occhi sgargianti ed orecchie megalitiche pronti a captare ciascun segnale. 

Il rifiuto di Anna fu giustificato da alcuni problemi di salute, che pure erano veri. Fu irremovibile seppure garantì a mezza voce appoggio in casi di stretta emergenza. Se ne pentì subito, ma ormai era fatta.

Ordine

Il Tiranno già all’indomani pretese sostegno immediato. Ed Anna, allertata da sensi sibillini, non acconsentì. Era tristemente cosciente però che qualcosa da allora sarebbe potuto mutare in peggio. Aveva dimostrato forza di spirito fino a quel momento, ma le insistenze, era certa, l’avrebbero presto soffocata. 

Eppure un briciolo di speranza le restava e questo perché, comprese, il Tiranno si trovava effettivamente in una posizione ostica. Possibile che la sua ascesa si stesse arrestando? 

Avendo assistito di persona ai Suoi successi stentava a crederlo, eppure qualcosa nella Provvidenza suggeriva che un limite esisteva e forse stava per essere raggiunto.

Rincuorata lo era? No, non del tutto. Trucchetti spietati erano la specialità dell’Oppressore ed era solo questione di tempo prima che qualcosa deviasse pericolosamente verso il buio.

Sarebbe stata forte abbastanza da sopportare maligne torture psichiatriche?

In un futuro non molto lontano, venne un giorno grigio e freddo, e Anna crollò, desolata, afflitta. Vittima del Tiranno e dell’oppressione esercitata dalla sua mente stessa. 

La speranza riposta in giorni migliori non si realizzò per tempo.

Epilogo

Sono esistiti, esistono, ed esisteranno fino alla Fine dei Tempi dei poderosi Tiranni.

I Tiranni bramano potere. Si impongono con fare autoritario.

I Tiranni per sopravvivere si nutrono dell’anima degli Oppressi.

I Tiranni scelgono scrupolosamente alleati e vittime. Analizzano i comportamenti, categorizzano le persone. Ai loro occhi, vi sono quattro tipi di individui con i quali confrontarsi.

Alcuni Tiranni sono diventati Ricchi e Potenti. Altri Ricchi e Potenti sono manipolati dai Tiranni. Una minoranza di Ricchi e Potenti non ha sufficienti averi e potere per scongiurare l’ingiustizia.

Alcuni Sudditi aspirano alla condizione di Ricchi e Potenti. Per raggiungere l’obiettivo, cercano di prevalere sui Tiranni, imitandoli. I più scaltri tra loro potrebbero farcela. 

Una grande maggioranza di Sudditi non comprende di essere tale. Sopravvive placida, abbattuta, alle volte del tutto inerme. Quand’è così, alcune tra queste figure potrebbero confondersi. Basta un istante a trasformarle in esistenze Inutili.

Altri Sudditi, consci della propria posizione, si indignano, con quella flebile voce che gli è concessa.  Sono i più audaci, i più combattenti, i più risoluti. Ma possono essere anche… i più timorosi, i più pacifisti, i più esitanti, coloro che ribolliscono all’interno ma in superficie non lasciano scappare che qualche sbuffo.

I Sudditi, in Ribellione contro l’Oppressore, si tramutano in Nemici.

Anime meditative, analitiche. 

Solitarie. 

Inadatte al sistema che le opprime.  

Possono essere persone aspre e ciniche.

Oppure dolci e premurose.

Oppure tutto.

Oppure niente.

Possono essere niente se un terribile Tiranno si decide ad annientarle.

Ai Sudditi la forza di resistere.

Ai Tiranni l’umanità per desistere.

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